Skip to content

Morp's

Egoblog

  • Diario di bordo
    • Tra il niente e il tutto
    • REWE CHIUSO!
    • Wie spät ist es?
    • Komm gut heim!
    • Una vita da Foodora.
    • Cristalli di sale e bestie di palude
    • La periferia di Vienna non vive in tedesco.
  • Pens()ieri gravi()tanti
    • Una storia in bianco e nero.
    • Il merito, la fiducia e la competenza
    • Domande e risposte
    • Amare follemente
    • Ho alzato la testa.
    • Il filo dorato
  • Canzonette
    • Il pianeta solitario
    • P402 (Call Malta!)
    • La canzone della suora sola
    • Giuditta
    • La Grande Balena Blu
    • Estate
    • Canzone per un amico
    • Domenica di pioggia
    • Grazie Tinder
  • CODE WAR
    • Breve racconto di un viaggio tra le promesse fantasma.
  • Passualità
    • Questione di Coraggio.
    • TAV sì o TAV no?
    • Apologia della plastica
  • Wall:out
    • Uno scoglio libero
    • Genova è prima! Amministrazione condivisa, patti di collaborazione e sussidiarietà secondo Labsus
Morp's

Una storia in bianco e nero.

Qualcuno di voi ha voglia di sentire una storia? È una storia vecchia, di altri tempi: è una storia in bianco e nero.

C’era una volta una grande crisi economica che devastava l’Europa, di cui qualcuno ricorda carriole di franchi e inflazione alle stelle. Era un periodo di instabilità diplomatica: i trattati di pace sembravano arrivare verso la fine, i conflitti internazionali si inasprivano e gli Stati si riarmavano. A tutto ciò si aggiungeva una virata della politica interna in diversi stati, con l’ascesa di ideali nazionalisti a svantaggio dei democratici, sia in Italia che in Germania.

Dentro questi movimenti c’erano personaggi di ambigua caratura morale, ma di ottima capacità politica, che arringavano le pance e sfamavano le piazze. La loro provenienza era promiscua: le grandi masse erano di origine contadina, proveniente dai campi periferici alla città, o dal proletariato operaio socialista. Alcuni erano di estrazione sociale più elevata, come nobili, monarchici e alto borghesi, impauriti dalla ascesa comunista. C’erano in loro persino uomini di cultura e di vita pubblica come cantanti, poeti, scrittori e scienziati; nessuno era escluso.

Queste masse rivendicavano diritti sociali basilari come la Riforma Agraria, Pensionistica e scolastica. Venivano punte sull’orgoglio nazionale, in quanto patria e razza superiore da preservare, parole che oggi fanno rabbrividire, ma non è raro sentire. C’era chi era deluso dal finale della prima guerra, chi ne auspicava un’altra in breve, chi ancora voleva uscire dai trattati di pace che regolavano la diplomazia internazionale. E così fu.

Hitler attaccò la Polonia, la Russia rispose a tono, l’Inghilterra si intrufolò, l’America ne approfittò e il Giappone si schierò, la Francia ci provò, l’Italia no. Lo scacchiere era già evidente anni prima del conflitto, già palesemente disegnato: Triplice Alleanza contro Triplice Intesa, anche se l’Italia tardò a palesarsi (che classico cliché Italiano).

Tutto ciò che riguarda questi anni viene definito come il peggior esperimento sociale dell’umanità moderna, culminato con una guerra mondiale e finito grazie all’unificazione pacifica delle nazioni in grandi organismi sovranazionali. La cessione di sovranità è stata ripagata con 70 anni di pace, quantomeno Europea. Il divisionismo nazionalista è stato soppiantato da un globalismo economico e finanziario, basato sui principi di sviluppo e crescita.

Ci sembrano storie lontane, storie che non ci riguardano storie che abbiamo già sentito dal nonno, o dal professore. Per molti, la lezione è stata imparata, la guerra non fa più paura, e la sinistra democratica tiene degnamente testa alle avanzate fasciste. Per alcuni i toni sono calmi e le istituzioni salde. Per tutti non esiste più la propaganda, ma piuttosto una campagna elettorale continua.

Ma adesso che questa crescita sembra fermarsi e che i nazionalismi stanno riprendendo piede, in un periodo di sconvolgimenti politici e necessità sociali primarie non ascoltate dai gruppi dirigenti, proprio ora che l’ignoranza del popolo è percepibile quotidianamente su ogni social network, siamo sicuri che questa storia in bianco in nero non stia cominciando a digitalizzarsi?

Uncategorized

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Tutti i contenuti di Morp's appartengono all'autore: qualsiasi utilizzo, download, copia, riproduzione, pubblicazione o distribuzione deve essere autorizzata dall'autore. Copyright © 2017 Morp's by Andrea Bàssoli. All rights reserved

Idealist by NewMediaThemes