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Mese: Novembre 2018

Amare follemente

Novembre 24, 2018

Immaginate di essere povero in canna. Non è difficile di questi tempi, tanto meno per studenti come noi. Lavorate poco e male, vivete sulle spalle dei genitori e dovete razionare il cibo per arrivare alla fine del mese.

Immaginate di innamorarvi follemente e si sa, l’amore non è frutto della ragione. Ma voi siete pazzi d’amore e questa pazzia vi porta a promettere all’amata ciò che non avete, e che probabilmente mai potrete avere: una casa per la nonna, una macchina per la madre e un lavoro per i figli. Poi le assicurate il diamante più bello e le nozze più sfarzose; e poi vacanze, viaggi, vestiti e chissà cos’altro.

Così lei si invaghisce. Per carità, magari già le piacevate, ma le vostre promesse valgono più di quelle dei vostri rivali d’amore, e quindi per quelle vi sceglie. Così arriva il momento di realizzarle, perché sapete che solo da quelle dipende il suo amore per voi: siccome soldi non ne avete, ipotecate la casa per prendere l’anello e vendete il garage per per prenotare la luna di miele.

Ma ciò non basta per saziare l’enorme aspettativa che avete creato, quindi vi recate in banca, dove però non vi prestano un euro perché siete senza proprietà, senza reddito fisso e dalla carriera poco promettente. Così, sfanculando gli impiegati (che peccano solo di tutelare i propri interessi), vi rivolgete alla banca di papà e mamma: l’amore, come detto, è folle e il loro amore per voi li spinge a rinunciare a una parte della pensione per pagarvi un prestito. Prestito che voi sicuramente non potrete sostenere, altrimenti la banca non avrebbe fatto problemi a indebitarvi ulteriormente.

Con la pensione dei vostri genitori comprate la casa per sua nonna, ma anche ciò non è abbastanza, non è all’altezza di ciò che le avete promesso. Così, ancora pieno di folle amore per lei, decidete di rivolgervi ad uno strozzino per regalare una macchina a sua madre. Senza fermarvi a pensare un momento a ciò che state facendo, procedete a muso duro, passo dopo passo, step by step fino a raggiungere il vostro traguardo. Per finire l’opera, interpellate il mafioso di paese affinché trovi un lavoro al figlio del vostro disgraziato amore, e quindi riuscite nell’impresa di soddisfare tutte le sue aspettative, atto finale di un amore proclamato e poi realizzato.

Lei, incredula per quanto avete sofferto per renderla felice, vi ama altrettanto follemente. E in questa follia vi chiede di avere un figlio da lei, e una casa per voi. Ma un figlio è cosa grossa, un figlio rappresenta il futuro. Un figlio è una svolta, è una buona ragione per ragionare. E così, in un attimo di lucidità, realizzate che avete un debito con uno strozzino, che si potrà rifare sul vostro bambino; capite che avete stretto un patto con la Mafia che non si può cancellare rimanendo vivi, e un orfano non piace a nessuno. In un istante comprendete che nemmeno i vostri genitori possono più aiutarvi, né con i soldi, né con il tempo: il nuovo mutuo ha portato tuo padre a tornare al suo vecchio lavoro, e non ha tempo e forze per un eventuale nipotino. Intuite che persino l’ipoteca sulla casa è un fardello che il piccolo erediterà, oltre ad essere un vergognoso ricordo dell’amore scriteriato di suo padre per sua madre. E così le dite di no, niente bimbo. E per ciò lei vi lascia.

Rimanete così solo, indebitato e di nuovo raziocinante. Per un solo attimo di lucidità, per un unico pensiero coerente con la vostra realtà avete perso l’illusione della vittoria, con in bocca un amaro, ma verissimo, gusto di colpevolezza.

Questo per dire cosa: non è assecondare le promesse elettorali che rende il popolo più felice e benestante, tanto quanto non è votare chi fa promesse più roboanti che ci porta ad avere governanti migliori e più capaci. Eravate senza dubbio innamorati, e tutte le promesse fatte in campagna elettorale valgono come ogni “per sempre” che si scambiano gli amanti, ma ora che siete lucidi pensate: cosa siete disposti a inventarvi ancora per poter dare un figlio a questo Paese?

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